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Huawei, importante calo delle vendite internazionali di smartphone?

 
 

Huawei, finita nel mirino del governo Trump nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, si starebbe preparando a un calo tra il 40% e il 60 % del volume di spedizione smartphone su base globale. È quanto riportato da Bloomeberg che sostiene che il produttore di Shenzhen stia elaborando previsioni interne e tenendo sott’occhio le vendite dei suoi dispositivi, tra cui l’ultimo top di gamma Honor 20 che dovrebbe fare il suo debutto sul mercato italiano il prossimo 28 giugno.

Secondo quanto riferito da alcune fonti vicine all’azienda cinese, i dirigenti starebbero monitorando il lancio dello smartphone e potrebbero rivedere la commercializzazione in termini di spedizioni se le vendite dovessero essere scarse. Per compensare il declino che potrebbe registrarsi nei mercati esteri, Huawei potrebbe puntare a conquistare la metà del mercato degli smartphone in Cina nel 2019. Per il momento, il colosso cinese non ha rilasciato informazioni in merito e non si è espressa sui piani futuri.

 

Huawei è stata inserita nella lista nera del governo Trump poiché accusata di spionaggio e considerata come una minaccia alla sicurezza nazionale. Come abbiamo più volte ripetuto, il blocco potrebbe avere delle conseguenze negative anche sugli affari dell’aziende statunitensi con cui il produttore cinese ha avuto – almeno finora – solidi rapporti.

 

Infatti, secondo un nuovo rapporto di Reuters, alcuni fornitori di Huawei tra cui Qualcomm e Intel starebbero tentando di fare pressioni sul governo degli Stati Uniti per tentare almeno di alleggerire il divieto che impone di non vendere al gigante cinese prodotti senza autorizzazione del governo. Secondo alcune persone informate sui fatti, Intel e Xilinx Inc avrebbero già avuto un incontro con il Dipartimento del Commercio a fine maggio “non tanto per aiutare Huawei ma per prevenire i danni alle aziende americane”.

 

Credit – Reuters 

D’altronde, come possiamo notare dai grafici diffusi sempre da Reuters, ben il 23% dei fornitori di Huawei sono americani. Anche la società finanziaria Goldaman Sachs ha mostrato come il divieto potrebbe influenzare gli introiti di società come Qualcomm, Broadcom, Micron, Intel e AMD. Insomma, la risoluzione del problema potrebbe portare benefici non solo a Huawei ma anche a tutte le società degli Stati Uniti con cui ha rapporti commerciali.È dunque nell’interesse di tutti cercare di trovare una soluzione.

 

Intel, Xilinx e Qualcomm hanno rifiutato di commentare. Mentre Huawei non ha risposto a una richiesta di commento da parte di Reuters. Restiamo in attesa di ulteriori aggiornamenti sulla questione USA-Huawei.

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