Tre temi turbano i sonni dei protagonisti dell’hi-tech: la guerra commerciale tra usa e Cina, il flop dei primi smartphone a schermo pieghevole e la parità di genere in un mondo che tradizionalmente è declinato al maschile. E su questi argomenti si concentra il Mobile World Congress in corso a Shanghai. Una manifestazione più contenuta rispetto a quella tradizionale di Barcellona, ma in crescita e destinata a diventare con il Ces di Las Vegas un appuntamento imperdibile per il settore, specie in un momento in cui l’evoluzione della tecnologia è talmente rapida da non permettere di concentrare le novità in due soli eventi.
Il bando della Casa Bianca contro Huawei è sicuramente un tema caldo: quello di Shanghai è il primo evento sul territorio cinese da quando gli Stati Uniti hanno intensificato la propria offensiva e uno dei protagonisti della kermesse è Zte, l’altro colosso delle telecomunicazioni che di recente è uscito da un duro confronto con l’amministrazione americana grazie a una multa da un miliardo di dollari per poter tornare ad approvvigionarsi di tecnologia made in Usa. Zte è ora sulla strada della ripresa, mentre Huawei coltiva l’ottimistica prospettiva di chiudere bene la vicenda bando, persino con un impatto sulle vendite inferiore a quanto si temeva.
E Zte è uno dei protagonisti dello sviluppo del 5G in Europa e soprattutto in Italia, altro tema che dominerà la rassegna, visto che di fatto a Barcellona in primavera sono state mostrate le prime applicazioni concrete. Le due aziende mostreranno a che punto sono arrivate nelle relazioni che terranno nel giorno di apertura Xu Ziyang, presidente e direttore esecutivo di Zte e il giorno dopo Zu Xu Ziyang, presidente di Huawei.
Il 5G sarà ovunque al MWC di Shanghai: la tecnologia coprirà tutte e sette le sale espositive grazie ai tre operatori e partner cinesi e ci saranno dimostrazioni come un esempio live di chirurgia telerilevata abilitata per il 5G su una connessione China Mobile.
Un altro importante filone è il Summit Women4Tech. Ben accolto durante la sua prima apparizione all’evento nel 2018, l’agenda è stata ampliata quest’anno con una discussione centrata sui benefici che una maggiore diversità di genere offre alle imprese. Una iniziativa che si lega alla line-up 4YFN di start-up innovative: un elemento sempre interessante ai MWC e che vede schierati a Shanghai più di 100 espositori per dimostrare come stanno impiegando la tecnologia in modi fantasiosi, con opportunità per le imprese di ottenere finanziamenti dai venture capitalist.
Non mancheranno poi le novità più consumer, come quella annunciata dal produttore di smartphone Oppo che presenterà la prima fotocamera anteriore integrata sotto il display. Dopo spessi fotocamere rotanti, flip e pop-up sembra arrivato il momento della tecnologia `definitiva´ per integrare l’ottimizzazione del rapporto scocca-display con le certificazioni di resistenza all’acqua e alla polvere. Un modo, anche, per mettere sul campo una novità che distragga dal finora imbarazzante esito degli smartphone pieghevoli.
Avete un telefono bloccato da Google per 24 ore? Non vi spaventate, è un sistema di sicurezza implementato da Google molto aggressiva.
La cara mamma Google ha deciso dal 2015 di implementare un sistema di sicurezza alquanto anomalo, scomodo e aggressivo. Ma andiamo con ordine e cerchiamo prima di capire di cosa si tratta.
A causa dell’aumento della criminalità informatica, Google si sta battendo a spada tratta contro il cancro del web. Non è facile visto che bisogna equilibrare bene la bilancia tra libertà utenza e privilegi limitati.
Dal 2015 Google ha deciso di implementare una regola al sistema di sicurezza sugli account Google. In sostanza se viene cambiata la password sul proprio account, non bisogna formattare un qualsiasi device da recovery. Pena il blocco del dispositivo per 24 ore.
Perché tale procedura così estrema? Effettivamente la risposta è poco chiara. In sostanza è per evitare che in un ipotetica scena un dispositivo mobile viene rubato e i ladro è in qualche modo in possesso dei dati di login dell’account Google.
Sappiamo bene che da Android MM è stata implementata una funzione di sicurezza che, in caso di ripristino o formattazione del dispositivo da recovery (non dal sistema), vengono chiesti i dati di accesso dell’account che era presente prima del ripristino.
Questa è sicuramente una funzione di altissimo livello che permette una grande protezione contro chiunque rubi un device. Ma è stata ampiamente allargata con questo metodo brutale nel caso di cambio password dell’account.
Il problema peròè che difficilmente chi ruba un device è anche a conoscenza dei dati di accesso all’account Google. Per tale motivo il risultato è più un fastidio e disservizio per l’utenza.
Altro fattore che è priva di ogni logica, è la mancanza di avviso da parte di Google che una volta reimpostata la password del proprio account non bisogna effettuare un ripristino delle impostazioni da recovery su nessun device Android entro le 24 ore.
Pro
Contro
Si può fare, ma la disattivazione di questo metodo di sicurezza mette a repentaglio la sicurezza che Google ha implementato.
Ma se siete degli smanettoni e sapete bene come gestire il vostro device con completa presa di coscienza su quello che andate incontro, allora potete procedere in questo modo:
1. Recatevi in “impostazioni-info sul telefono”.
2. Di norma posto in fondo all’elenco, cercate la voce “Numero build” o “Versione build”.
3. Cliccate ripetutamente sulla voce finché non si attivano le opzioni sviluppatore.
4. Ora basta cercare la voce “opzioni sviluppatore” nel menù “impostazioni”.
5. Cercate la voce “OEM Lock” e attivatelà.
Questo sistema di sicurezza è alquanto, dal nostro punto di vista, troppo aggressivo e poco utile visto che uno scenario simile quasi mai si può verificare.
Ma siamo curiosi di sapere anche il vostro parere, scriveteci sotto nei commenti e faremo il possibile per rispondervi.
Le truffe via e-mail sono tutt’ora un metodo estremamente diffuso per raggirare l’utenza che usa gli strumenti online.
Una delle forme più usate in Italia è farsi passare per Poste Italiane utilizzando “l’amo”PostePay e PostePay Evolution.
Potrebbe essere deleterio per la vostra privacy e per i vostri soldi cadere in una di queste truffe. Qui di seguito vi elencheremo dei metodi infallibili per capire se l’e-mail è una truffa o meno.
Il saluto è importante, perché Poste Italiane non saluterà mai con “Gentile utente postepay”. Si rivolgerà sempre all’utente con nome e cognome o con la ragione sociale.
Attenzione a quando viene chiesto di cliccare su un link, molto probabilmente vi indirizzerà su un sito contenente malware o altre cose pronti a rubare i tuoi dati personali.
Fate attenzione perciò all’url, se risulta strano e diverso dal sito ufficiale, allora è di certo un sito truffa. Il sito Poste Italiane si identifica con questo univoco url: https://www.poste.it/
Sicuramente nelle e-mail truffa vengono chieste informazioni personali con alcune scusanti come: “postepay deve verificare il tuo account” oppure ” Poste Italiane ha congelato il tuo account, inserire i dati entro un tot. tempo”.
Poste Italiane non chiederà mai per e-mail di fornire i numeri di conto bancario o della carta di credito o prepagata, né i tuoi indirizzi email né il tuo nome completo.
Attenzione ad aprire gli allegati. Difficilmente, se non per qualche richiesta effettuata dall’utente stesso, Poste Italiane invierà degli allegati!
L’e-mail fraudolente quasi sempre hanno un tono minaccioso, chiedono di agire immediatamente per evitare che il tuo conto venga limitato.
Prima di rispondere a questo tipo di email, è consigliato accedere al proprio conto Poste Italiane e di leggere nel Centro risoluzioni se veramente è necessario apportare modifiche.