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Spieghiamo perché ha ragione la Sea Watch3, rispondendo alle domande che si stanno ponendo in tanti:

1) Perché le ONG vengono in Italia?

Perché le leggi internazionali chiedono di portare i migranti nel PRIMO porto SICURO.

2) Perché non li riportano in Libia?

Perché la Libia non è un porto sicuro (lo ha detto lo stesso Ministro Moavero): c'è una "guerra civile" e ci sono campi di concentramento.

3) Perché non li portano in Tunisia?

Perché la Tunisia ha dimostrato più volte di non rispettare la Convenzione di Ginevra, i successivi protocolli, e perché in passato ha riportato i migranti in Libia.

4) Perché non li portano a Malta?

Li portano eccome a Malta! Malta ha accolto in proporzione molti più immigrati di noi e continua ad accoglierli. Però Malta non è sempre il porto più vicino: salvataggio, condizioni del mare... In questo caso il porto sicuro più vicino era Lampedusa (ci piaccia o no!).

5) Perché l'Olanda e la Germania non se ne prendono un po'?

Ci sono 10 città tedesche che in realtà si sono dichiarate disponibili a farlo. Il problema è che mancano gli accordi politici. Salvini in questo anno di governo avrebbe dovuto fare questo tipo di accordi, ma è stato assente 6 volte su 7 alle riunioni. Se è sempre assente è difficile che riesca a fare accordi.

6) E quindi dobbiamo accoglierli tutti?

No, noi dobbiamo salvarli, perché i diritti umani vengono prima di ogni altra cosa. Il salvataggio prosegue quando le persone a bordo sbarcano in un porto sicuro. L'accoglienza poi dipende dagli accordi che i Paesi riescono a fare.

7) Perché non in Germania?

Sarà forse per non fargli circumnavigare l'Europa passando per l'Atlantico?!

8) Esiste la "Disobbedienza civile"?

Sì, è non tutte le leggi corrispondono alla Giustizia.

9) Ma la Sea Watch ha violato le leggi italiane?

La Sea Watch ha violato il decreto di Salvini, ma ha agito secondo il diritto del mare e l'articolo 10 della nostra Costituzione.

10) Questo all'umanità e alla coscienza.

Nikolas Renzi e Vladimir Clementi.


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Intervista ad Alessandro Masala



ALESSANDRO MASALA (aka Shooter Hates You) è uno youtuber e imprenditore di 34 anni. Ha un format di intrattenimento e informazione su YouTube che si chiama Breaking Italy e una linea di abbigliamento. Il suo progetto Patreon ha circa un anno.

VICE: Ciao Alessandro. Quando hai aperto il tuo Patreon avevi già un discreto successo su YouTube, perché hai deciso di affiancare il crowdfunding al tuo canale?
Alessandro Masala :
L'ho dovuto fare in risposta all'Adpocalypse, la crisi avvenuta su YouTube dopo una corposa fuga di inserzionisti. C'è stato un momento in cui praticamente non ricevevo più nulla dei video monetizzati, e quindi ho dovuto trovare un modo di ripensare la sostenibilità del progetto. Grazie a Patreon, che ora rappresenta il principale sostegno di Breaking Italy, sono riuscito a differenziare le entrate.

Vice: Effettivamente il tuo caso è interessante, perché sei passato da un modello basato sulla pubblicità al misto fra inserzioni e crowdfunding, e hai avuto comunque una percentuale di conversione in utenti paganti molto sostanziosa. Come ci sei riuscito?
Alessandro Masala : È stato sia molto coinvolgente che molto complicato. Fondamentalmente ci sono riuscito perché negli anni avevo creato una community molto coesa e fidelizzata: per il tipo di contenuti che faccio, chi mi segue tende a rimanere molto coinvolto nelle discussioni e nei temi trattati. Quindi mi hanno seguito.

Al tempo stesso, però, questo mi ha posto di fronte a un problema: il mio progetto si è sempre retto sulla mia libertà di trattare qualsiasi tema a modo mio. Chiedendo un contributo mi esponevo al rischio che i miei futuri patron avrebbero voluto interferire con il mio lavoro, o che metà dei miei sostenitori scomparissero perché magari in puntata avevo detto qualcosa che a loro non piaceva.

Fonte articolo su www.vice.com

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