Cos'è la Foto d'Autore ? Come si riconosce?
La " fotografia d'Autore ", come io la comprendo, è una forma di fotografia espressiva, che non bada più di tanto alla semplice "copia della luce", ma che la utilizza in forme e in modalità da renderla quasi un linguaggio, atto a comunicare qualcosa all'osservatore. Qualcosa che non è per forza e sempre espressamente figurato dal vero disegno della luce, ma che viene letto tra le righe dell'interpretazione che l'Autore ha voluto suggerire. Come si diceva in un altro topic: "rendere visibile l'invisibile" (e ci sono mille modi di faro o poterlo fare, mille linguaggi da utilizzare e mille e mille cose da dire).
Possiamo parlare di fotografia d'autore come parliamo di pittura e di scultura. L'immagine fotografica è considerata da gran pautore dei critici al pari delle discipline pittoriche, nonostante l'evidente differenza caratteristica. Negli ultimi anni le quotazioni dei maestri internazionali, come quelle degli artisti emergenti sono andate alle stelle. Il panorama si è allargato ed è stato rivoluzionato dall'avvento del digitale che ha moltiplicato in maniera esponenziale le possibilità di ogni artista.
Elementi della fotografia d'autore
La prima mostra fotografica d'autore della storia si tenne a Parigi nel 1839, dove Louis Hippolite Bayard espose 30 immagini positive su carta, riscuotendo parecchio successo. Nel gennaio del 1839 William Henry Fox Talbot espone i suoi "disegni fotografici" nella biblioteca della Royal Institution a Londra. Le fotografie vengono ammesse al Salone della Pittura di Parigi nel 1859 suscitando l'irritazione di Baudelaire.
L'oggetto trova una sua dignità, specialmente quando si tratta di un'opera prodotta in tiratura limitata numerata, firmata e certificata. Le Polaroid sono molto ambite, perché garantiscono l'unicità del prodotto, mantenendo prezzi contenuti.
Il vero collezionista di Fotografia d'autore dovrebbe verosimilmente affiancare alle tele degli artisti favoriti, anche stampe diFotografia d'autore autori più o meno famosi.
Il costo dell'opera d'autore tiene anche in considerazione della tecnica di stampa: pari dignità viene data a una stampa su alluminio come ad una stampa ink-jet. In edicola si moltiplicano le riviste dedicate all'arte fotografica, e molte case editrici e produttori di macchine fotografiche organizzano: corsi, concorsi e mostre fotografiche. Sul web, sono ormai migliaia i fotografi che espongono le loro gallerie virtuali. L'autorevole rivistaArte ha dedicato un numero speciale (quello di agosto 2005) alla fotografia per celebrarne il secolo. Ne è uscito un ritratto molto promettente che apre buone prospettive per la dignità di questa forma d'autore che, in passato, difficilmente è stata considerata tale.
Nel periodo compreso tra le due grandi guerre, grazie ai processi tecnici nel campo della fotografia d'autore, fu possibile scattare delle prime istantanee e realizzare i primi reportages: fotografi professionisti documentavano la realtà attraverso le immagini che venivano diffuse ai giornali. I fotografi di allora si possono quindi paragonare ai veristi, che narravano i fatti senza inserirvi impressioni personali.
Parallelamente, soprattutto a partire dall'inizio degli anni settanta, alla comparsa delle prime carte politenate multigradazione e al contemporaneo abbandono di molte carte pregiate per stampa da parte dell'industria fotografica, alcuni fotografi hanno adottato le tecniche storiche già care ai pittorialisti per guadagnare quella libertà espressiva che era giudicata compromessa dal mercato.
La fotografia d'autore vera e propria, viene chiamata anche fotografia di ricerca e ha inizio in Italia verso la fine degli anni '60. Il punto di riferimento per i giovani fotografi artisti dell'epoca era la galleria Il Diaframma di Milano (una delle più antiche gallerie fotografiche d'Europa), che chiuderà la sua storica sede di via Brera, nel luglio del 1997, con la mostra di fotografie tratte dal libro Roma nostra del fotografo Augusto De Luca[1][2].È in questo periodo che la ricerca fotografica in Italia raggiunge la sua massima espressione.
Dal punto di vista tecnico la dicotomia tra fotografia analogica e digitale è sostanziale e almeno inizialmente, la fotografia digitale è stata snobbata come inferiore a quella chimica. In effetti i primi risultati di stampa digitale erano modesti ma col tempo ha raggiunto una qualità elevata che si differenzia da quella analogica per alcune caratteristiche: immediatezza, facilità d'uso, cromatismi ecc. Moltissimi professionisti ormai si avvalgono per la fine art di stampanti fotografiche professionali con risultati eccellenti sia in qualità che in durata (oltre 200 anni con il bianco e nero).
L'Arte e la Fotografia d'autore
Naturalmente, la differenza preponderante tra un'opera d'arte pittorica, creata sostanzialmente in toto dal Pittore, ed una fotografia, creata sostanzialmente dalla Luce, è notoriamente evidente fin dall'inizio dell'invenzione della fotografia stessa. L'irritazione di Baudelaire nel 1859, è più che comprensibile anche oggi, in quanto la forma caratteristica della fotografia preclude l'atto della creazione artistica dell'opera, come può essere per una scultura o un disegno a carboncino.
Sul territorio di Napoli Noi di Wotking With Web consigliamo di contattare Pino Miraglia per la sua professionalità sull argomento.
Biografia
Formatosi nell'ambito del teatro di ricerca e di figura degli anni '80 nel ruolo di attore e datore luci, comincia nel 1989 ad occuparsi di immagine e comunicazione visiva come fotografo e regista. L’indagine della sua ricerca fotografica è naturalmente proiettata verso l’uomo: la sua identità, il rapporto con l’ambiente circostante e la rappresentazione che fa di sé nella musica, nel teatro e nell’arte.
Curriculum
Pino Miraglia è nato a Napoli nel 1961 dove vive e lavora.
Formatosi nell'ambito del teatro di ricerca e di figura degli anni '80 nel ruolo di attore e datore luci, comincia nel 1989 ad occuparsi di immagine e comunicazione visiva come fotografo e regista.
Per tutti gli anni '90 si dedica principalmente alla fotografia di spettacolo (teatro, musica ed eventi), pur non tralasciando il proprio percorso di ricerca legata al video, alla fotografia e al teatro.
A metà degli anni '90 è testimone oculare del fermento musicale che si respira a Napoli con il movimento Posse e gli Almamegretta, da qui l’idea per la mostra iconografica “Napoli Cover: dagli Showmen a gli Almamegretta”.
Partecipa a molti progetti editoriali sulla musica e l'arte. Fornisce immagini per la pubblicità e l'editoria.
E’ fotografo di scena per compagnie teatrali, festival e rassegne musicali. Presenta alcune sue personali fotografiche e partecipa a varie colletive di arte visiva.
Nel 2000 fonda camerachiaraimage, che si occupa di promuovere e diffondere la fotografia e l'immagine d'autore a Napoli.
Con camerachiaraimage dà vita a molti progetti fotografici legati al sociale e alla musica (Immaginapoli, Corpi Musicali, UgualiDiversi, 10 Fotografi per la pace, La Piazza trasognata, Gli occhi della musica, Jazz to Jazz) esponendo sempre in spazi non convenzionali ma preferendo contesti legati ad eventi (festival musicali e culturali) o strutture non nate principalmente come luoghi espositivi (Aeroporto di Napoli, Porto di Napoli, Accademia di Belle Arti, Città della Scienza, sedi comunali ecc.)
Dal 2002 al 2005 è il fotografo ufficiale dell’azienda di corde musicali “Galli Strings” e cura l’immagine per vari artisti della “MaroccoMusic” e della scena musicale napoletana.
Gira un cortometraggio di video art “Il corpo delle ore” che narra del rapporto tra architettura e medicina.
Dal 2005 al 2012 è fotografo ufficiale di svariati eventi musicali (Ethnos, Una Provincia in Jazz, One Love Peace for kids, Divino Jazz Festival, Passione Tour) collabora con il Pomigliano jazz Festival e documenta le tre edizioni dei “Teatri della Legalità”, una rassegna promossa dalla Regione Campania che porta agli studenti, attraverso il linguaggio teatrale, i valori della legalità e dell’eguaglianza.
Collabora con Philippe Daverio alla realizzazione della mostra antologica di Antonello Leone e realizza vari videoracconti fotografici (Antonello Leone, Jazz to Jazz, I Vesuviani)
Con il regista Raffaele Di Florio realizza una videoinstallazione su Giovanni Falcone per il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano e “Guardate! Racconti fotografici”, uno spettacolo teatrale itinerante sull’arte e la fotografia.
Realizza il concept e la grafica di mostre-percorsi iconografici interamente in digitale su pannelli di grandi dimensioni
(Mario Scarpetta: il sorriso e l’attore; Nino Taranto ha 100 anni; Terra Mia:Pino Daniele 30 anni in musica; Partono 'e bastimenti – La canzone dell’emigrazione; Salvatore di Giacomo e la canzone: un mestiere d’arte).
Nel corso della sua attività ha tenuto e tiene corsi di fotografia e laboratori di fotografia e di drammatizzazione di testi attraverso l’uso di linguaggi non verbali. Attualmente documenta gli eventi legati allo spettacolo, alla cultura e al sociale.
È ideatore e art director di Movimenti per la Fotografia presso il MAV di Ercolano.